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La giornata di uno scrutatore
Primarie a Monza, atto secondo
di Giorgio Casera


Di nuovo in pista per le primarie, dopo quelle “mitiche” del 2005, quelle per Prodi. Stavolta si tratta di eleggere il segretario del “partito nuovo”, il partito Democratico, tra i candidati che si sono proposti. Il partito non c'è ancora, ma intanto si elegge il segretario “a furor di popolo”, e questo è già un bel segno di novità. Ma alla vigilia hanno tenuto banco soprattutto polemiche per le modalità organizzative (liste bloccate, difficoltà a farsi sentire da parte dei candidati senza apparato alle spalle) e per qualche asprezza di troppo tra i candidati. Da qui critiche e disaffezione tra i potenziali simpatizzanti e numerose dichiarazioni di astensione.
Con l'aria che tira, tra vaffa… e altre manifestazioni di antipolitica, si teme un flop nella partecipazione, il che sarebbe un esordio agghiacciante per il nuovo partito e segretario. In più, ci sarà l'inevitabile e impegnativo paragone con le precedenti primarie.
A Monza la campagna non ha avuto ovviamente l'intensità delle elezioni politiche o amministrative: si è svolta in particolare in occasione di appuntamenti tradizionali dell'area di riferimento del partito (per esempio alla festa dell'Unità) e della venuta dei candidati in città. La diffusione e promozione dell'evento al di là dell'area dei militanti è avvenuta più che altro attraverso i media (tv, giornali e, ho notato con piacere, Internet: i siti dei più importanti provider negli ultimi giorni hanno mantenuto nella home page evidenza della manifestazione).
Comunque, all'alba del 14 ottobre, tra i candidati e tra tutti quelli che hanno contribuito a realizzare la giornata, ultimi in ordine di tempo le persone che gestiranno ai seggi le operazioni di voto, hanno in mente un grosso punto interrogativo: non solo come voteranno, ma quanti?
Le prime ore della giornata suscitano qualche inquietudine: gli elettori arrivano (troppo) alla spicciolata. Si intrecciano telefonate tra nuovi e vecchi operatori nei seggi (“ma nel 2005 quando c'eri tu, quanti avevano votato a quest'ora, e in tutta la giornata?”) e si fanno nervosi calcoli e proiezioni. Io voto a metà mattina ed affettivamente non trovo code al mio seggio. Poi l'atmosfera si rasserena, l'afflusso comincia ad essere consistente.
Quando alle 14 arrivo al seggio dove farò il mio turno di scrutatore è già noto che alle 11 in tutta Italia hanno votato in 600.000, dato più che confortante. Non c'è tempo per compiacersene, gli elettori arrivano quasi senza soluzione di continuità ed è necessario procedere con tempestività alle operazioni. Riesco peraltro a notare che il materiale predisposto per queste primarie è molto più “professionale” in quanto semplifica il compito degli operatori del seggio e degli elettori: l'esperienza delle precedenti primarie ha insegnato!
In tutto il pomeriggio fino a sera io ed i miei colleghi al seggio avremo delle rarissime pause nel nostro lavoro: malgrado la nostra “abnegazione” si formeranno di tanto in tanto delle code piuttosto lunghe. Per fortuna gli elettori del PD sono dotati della virtù della pazienza. Solo alcuni hanno reazioni di disappunto quando si riscontra che sono arrivati al seggio sbagliato, e lamentano la mancanza di informazione: sarà bene tenerne conto per le prossime volte, immagino che l'effettuazione di primarie diventerà una norma.
Altra notazione. Ricordate la polemica per il contributo per il voto, inizialmente proposto di 5 Euro ed in seguito a sensate osservazioni portato ad 1 euro? Beh, almeno un elettore su due ha versato più di un Euro, numerose le banconote da 5 o 10 Euro, ogni tanto anche qualcuna da 20. Speriamo che gli eletti (e il partito) si meritino la generosità dei simpatizzanti.
Infine alle 20 si chiude, anzi si socchiude per gli inevitabili ritardatari (l'intenso traffico del rientro domenicale). Una volta esauriti anche gli ultimi si comincia la conta: al di là dei voti raggiunti dai singoli candidati, comunque in linea col risultato nazionale, si tira la somma: 680 votanti, più o meno il numero dei votanti del 2005, quando nel voto era coinvolta tutta l'Unione. Si torna a casa, abbastanza tardi, senza sapere il risultato complessivo di Monza, ma in tempo per conoscerlo a livello nazionale. Quasi tre milioni e mezzo, esaltante! Se i nostri ne facessero un buon uso…
Vedremo domani il contributo di Monza.

Giorgio Casera


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  15 ottobre 2007